Muoversi in un video 360 come in VR: quando il 6-DOF (video volumetrico) fa da collante

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una evoluzione rapidissima del concetto di video, e Termini prima semi-sconosciuti come video immersivo e virtual reality sono entrati a far parte del nostro vocabolario.

Inoltre, mentre la realtà virtuale sta facendo il suo corso, i video immersivi sono rimasti praticamente allo stesso punto di quando nel 2015 furono introdotti su Youtube. Nessuna modifica sostanziale e un gruppo di portali dedicati ai video a 360 gradi che sono quasi finiti nel dimenticatoio.

Certamente bisognerebbe far presente a qualcuno che il vero passo avanti potrebbe arrivare, per esempio, quando la realtà virtuale incontrerà quella dei video immersivi, cioè quando la realtà stessa potrà essere interamente e fedelmente riprodotta attraverso i visori.

Da un lato, infatti, i video a 360 gradi sono limitati ad un singolo punto di osservazione, senza possibilità di movimento. Dall’altro, anche volendo prendere la VR più seriamente possibile, rimane sempre il problema di non poter fare più di 10 passi in avanti senza inciampare in qualche mobile di casa e cadere rovinosamente a terra.

Il punto di convergenza tra i due tipi di tecnologie si è avuto quando si è iniziato a parlare di 6-DOF, ovvero sei libertà di movimento all’interno di un video (avanti/indietro, destra/sinistra, su/giù). Per fare questo (ci hanno lavorato diverse grandi aziende) non si faceva altro che montare più videocamere insieme da posizioni diverse, in modo da simulare un minimo movimento in tutte le sei direzioni allo spettatore del video. Questo tipo di video viene chiamato volumetrico, in quanto è come se si creasse una piccola sfera entro cui lo spettatore può muoversi all’interno del video, come se stesse camminando al suo interno, ma senza potersi spostare più di tanto.

Tra l’altro nel 2017  dei ricercatori dell’Università di Stanford che lavoravano per conto della Adobe hanno ideato un sistema per creare video 6-DOF con una singola videocamera. Praticamente il l’operatore gira per la stanza riprendendo da più posizioni e poi il rendering fa il resto.

 

 

 

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